Toccando l’oltre
Lo studio culturale del corpo umano è connesso con la percezione che deriva di esso nelle diverse appartenenze culturali.
Lo studio culturale del corpo umano è connesso con la percezione che deriva di esso nelle diverse appartenenze culturali. La ricerca antropologica, sin dalle origini, ha considerato il corpo come un oggetto di analisi, in quanto gli usi, i costumi, i valori e le rappresentazioni che in esso trovano traduzione costituiscono un elemento centrale della cultura di un gruppo.
Il saggio si propone di indagare, in particolare, il suo rapporto con la mente (comunicazione e psicosomatica), con i cambiamenti sociali (rappresentazione del sé e nella vecchiaia), nella malattia (cura e rapporto medico-paziente) e nella morte. A quest’ultimo ambito si dedica un ampio spazio di riflessione che conduce il lettore ad esplorare il trattamento del corpo a partire dal decesso (momento di passaggio ad altra dimensione), alla cura della salma (manipolazione dei resti umani e tanatostetica), alla cerimonia di congedo (funeral planner).
La pandemia del Covid-19, nascondendo per paura del contagio i malati e le salme (‘dissolti’ nella solitudine), e, contemporaneamente, la guerra in Ucraina, ci hanno in realtà costretto a rivedere la nostra percezione della morte. I mass media rappresentano spesso il dolore esibendo corpi ammassati negli obitori e nelle fosse comuni, trasportati in furgoni militari, in cui vi è una saturazione dell’irrappresentabile (disgusto, orrore, macabro). Accanto ai progressi scientifici, rivolti alla cura consapevole e alla palliazione per evitare ogni forma di accanimento terapeutico, si cerca altresì l’antidoto per rimanere eterni (plastinazione, crioibernazione, digitalizzazione).
Ci si chiede cosa rappresenti la morte nella società contemporanea, e se la sofferenza umana, sia fisica che psichica, possa avere un significato o se l’umanità debba cercare l’antidoto di un eterno futuro.
Gli autori, esperti nell’ambito di Death Studies, propongono approcci all’argomento contestualizzati a diversi ambiti: medico, psicologico, antropologico, etico, filosofico, archeologico, tanatologico. Una particolare attenzione è stata riservata all’archeologia dei rituali funerari, presentando le pratiche di conservazione del corpo e le modalità di sepoltura. Indagine del passato che, in ambito forense, si può estendere all’analisi dei cadaveri con la collaborazione di biologi, entomologi ed antropologi.
La seconda parte del libro è dedicata a coloro che si sono occupati di malattia, accompagnamento del morente e cura della salma in contesti diversi. Sono state svolte delle interviste indagando la loro professione, il rapporto con i pazienti (se curanti), e con la morte propria e altrui.
Il volume, scritto e curato da Alessia Zielo, e con la prefazione di Ines Testoni, vanta i contributi di: Beatrice Barzizza, Deborah Coron, Cristina Endrizzi, Laura Padmah Galantin, Maria Angela Gelati, Federica Lo Dato, Francesca Marin, Vincenza Mazzola, Teresa Sabina Mediani, Debora Mazzarelli, Elisa Mencacci, Giorgio Scalici, Beatrice Roncato Villa, Susanna Saderi, Anna Ziliotto.
L'articolo "Il lutto riesumato La Certosa di Bologna: uno studio antropologico e tanatologico" è stato rimosso attesa l'estraneità di Bologna Servizi Cimiteriali (BSC) S. r. l. al contenuto dello stesso.
L'Editore ottempera in via precauzionale alla richiesta di BSC nelle more dei necessari approfondimenti.