Vocazione e identità gesuitica in Giovanni Antonio Valtrino (1556-1601)
Come molti confratelli le cui vicende sono tutt’oggi avvolte nell’ombra rispetto ai casi più insigni e studiati dei grandi protagonisti dell’antica storia della Compagnia di Gesù, così Giovanni Ant
Come molti confratelli le cui vicende sono tutt’oggi avvolte nell’ombra rispetto ai casi più insigni e studiati dei grandi protagonisti dell’antica storia della Compagnia di Gesù, così Giovanni Antonio Valtrino (1556-1601) è rimasto un personaggio poco noto, citato per lo più come compilatore di agiografie, principalmente sulla scorta dei suoi precoci ritratti dedicati ai primi santi gesuiti Stanislao Kostka e Luigi Gonzaga. Avvalendosi di notizie e materiali d’archivio, il presente volume affronta una più puntuale ricostruzione della figura di Valtrino e della sua molteplice produzione letteraria attraverso uno dei periodi più convulsi della storia dell’ordine ignaziano, quando sotto il generalato di Claudio Acquaviva aspri conflitti e diffuse contestazioni ne misero a rischio la specificità nonché la stessa sopravvivenza. In tale temperie, Valtrino visse e operò come professore di humanae litterae, alternando la docenza alla composizione di diversi scritti, dalle biografie alle ricostruzioni storiche a testi di carattere esegetico, rimasti per la maggior parte inediti come nel caso del manoscritto Vocazioni meravigliose alla Compagnia riportato qui in appendice. Una delle più antiche sillogi specificatamente dedicate al tema vocazionale, il testo valtriniano rappresenta non soltanto un documento storico che si colloca nell’alveo dell’attitudine alla produzione storiografica propria della Compagnia di Gesù, ma il profilo collettivo di un ordine dotato di uno specifico percorso di perfezione messo in discussione dalla crisi culminata (e con successo superata) nell’età di Acquaviva.
In appendice: G. A. Valtrino, Vocazioni meravigliose alla Compagnia