L'università dalle leggi razziali alla Resistenza
«Le leggi razziali gettarono lo sconcerto nella comunità universitaria e certo furono accolte con un diffuso quanto tacito sentimento di disapprovazione.
«Le leggi razziali gettarono lo sconcerto nella comunità universitaria e certo furono accolte con un diffuso quanto tacito sentimento di disapprovazione. Ma nulla lascia intendere che scavassero un solco morale irriducibile nei confronti del fascismo. Da nessuna parte si leva la protesta di una coscienza offesa. Tace anche chi aveva autorità e rango sociale per poter esprimere senza troppo rischio una sia pur cauta voce di dissenso. Del resto, che le leggi razziali segnino l’inizio di un distacco del Paese dal fascismo, è soltanto una tradizione storiografica costruita a posteriori, un feedback della memoria indotto da un processo di rimozione della coscienza collettiva, a sua volta indotto e legittimato dal riconoscimento dell’opera generosa e talvolta eroica dispiegata coralmente dal popolo italiano dopo l’8 settembre per sottrarre gli ebrei all’arresto da parte dei tedeschi e dei fascisti di Salò e, quindi, alla deportazione nei campi di sterminio».