Il nichilismo perfetto
La persuasione che qualcosa incomincia e cessa di essere (che c’è di più ovvio?) implica necessariamente la persuasione che tale qualcosa è nulla.
La persuasione che qualcosa incomincia e cessa di essere (che c’è di più ovvio?) implica necessariamente la persuasione che tale qualcosa è nulla. Nella testimonianza del destino (Emanuele Severino) è questo il cuore del nichilismo. L’estremo errore, l’impossibile follia. Che da 2500 anni va tuttavia cercando la propria più compiuta identità. Non già presentandosi come tale, ma per interposta persona: come assolutizzazione del divenire (Leopardi, Nietzsche, Gentile). Quali sono i confini ultimi cui il nichilismo è necessità che si spinga per poter esser sé sino in fondo e cioè per essere “perfetto”? (Del resto non potendo esserlo davvero, in quanto Errore, senza al tempo stesso tramontare in Ciò che ne è il fondamento inconscio e il destino ultimo).