Tra Weltliteratur e parole bugiarde
A partire dal Settecento l’aspirazione a una cultura letteraria in grado di superare i confini non appare più legata a una lingua franca che permetta il dialogo all’int
A partire dal Settecento l’aspirazione a una cultura letteraria in grado di superare i confini non appare più legata a una lingua franca che permetta il dialogo all’interno di una universale “Repubblica delle Lettere”. L’idea di “Weltliteratur” prospettata tra gli altri da Goethe si sviluppa invece a partire da un’intensa attività di traduzione. Essa viene dunque a intrecciarsi, talora a confliggere con la ricerca e l’affermazione delle specifiche identità nazionali. Alternando riflessioni di carattere generale e studi rivolti a singoli episodi traduttivi, il volume si propone di indagare entro questo contrastato quadro d’insieme la ricezione della letteratura tedesca in Italia, senza trascurare il ruolo di fondamentale mediazione svolto dalla Francia in un simile processo. Si è così cercato di contribuire all’indagine di quella tensione tra l’apertura verso l’estraneo e l’affermazione del proprio che caratterizza l’Ottocento europeo, osservando come la distanza tra le culture abbia generato talvolta malintesi e “parole bugiarde”, talvolta abbia invece permesso nuove e feconde prospettive di lettura.