Poetica e retorica del discorso scientifico nelle letterature europee dell’età moderna
Il progetto di ricerca che ha dato origine a questo volume prendeva le mosse da un duplice assunto.
Il progetto di ricerca che ha dato origine a questo volume prendeva le mosse da un duplice assunto. Non solo è lecito chiedersi se e in che misura alcuni testi scientifici partecipino anche del vasto mondo della letteratura; è altresì opportuno indagare quali dimensioni del discorso scientifico della modernità – e attraverso quali forme di rappresentazione e quali strategie retoriche – entrano in gioco in testi di scrittori che a vario titolo sono stati vicini alle pratiche e ai discorsi scientifici della loro epoca.
Già Hans Blumenberg osservava come retorica e scienza sperimentale siano meno distanti l’una dall’altra di quanto si crede comunemente: entrambe affondano le proprie radici in un’intrinseca insicurezza e devono perciò limitarsi a un approccio euristico alla conoscenza e accontentarsi di risultati incerti e contingenti. Esse sono accomunate dal tentativo di costruire un’evidenza che non possediamo ancora e di aggirare così la costitutiva insicurezza epistemologica propria della modernità.
I contributi qui raccolti sondano alcune dimensioni del complesso rapporto tra scienza e letteratura tra il tardo Rinascimento e la seconda metà dell’Ottocento. Essi rivolgono l’attenzione a testi scientifici o di argomento teorico-epistemologico, oppure a testi letterari che tematizzano problematiche scientifiche, indagandone le strategie retorico-argomentative o la dimensione narrativa, ovvero analizzando i rapporti che la scrittura scientifica instaura con altre forme di rappresentazione del sapere.